Venerdì, 14 Dicembre 201820181214

Cenni storici Nell’antichità Spotorno era un piccolo e povero paese rivierasco, spesso oggetto di contese tra i potenti comuni vicini, Noli e Savona. Poche case addossate alla spiaggia ed un castello sulle alture, atto a fornire estremo e sicuro rifugio in caso di necessità. Il paese viveva con quel poco che la campagna offriva e, soprattutto, con le attività legate alla vita di mare, da sempre fonte di attività e di sostentamento. Sempre in diretto collegamento con il manto blu, nei tempi più remoti da Spotorno partivano infatti i “lembi”, imbarcazioni che vantavano equipaggi anche di trenta elementi, per raggiungere la Francia, la Sicilia, la Sardegna trasportando merci allora assai importanti quali vino, tele, limoni. In tempi più vicini a noi a Spotorno sorgeva un cantiere navale, la dove oggi c’è piazza della Vittoria, in cui si costruirono e vararono numerosi brigantini destinati poi a solcare i mari di svariati territori. Oltre che sulle attività marinare, nel secolo scorso, l’economia del paese si fondava inoltre anche sulla produzione di calce, che veniva esportata in numerosi territori ed arrivava ad essere consegnata sino in Francia. A testimonianza di quell’epoca restano ad oggi le antiche fornaci che, collocate nei pressi della galleria all’incirca all’altezza del terzo molo, ancora ben visibili. Ricordano l’antica tradizione cittadina. Nel 1872 il territorio di Spotorno viene attraversato dalla linea ferroviaria Genova-Nizza e da allora le spiagge, fino ad allora luoghi dedicati alla pesca ed alla costruzione di navi, divengono meta di un pionieristico turismo balneare che godendo della bellezza della costa poteva usufruire di piccole baracche di legno lungo la spiaggia e rifocillarsi all’ombra dei pergolati delle osterie. A cavallo trai secoli il paesaggio si trasforma e cominciano a sorgere Hotels e stabilimenti balneari atti ad accogliere un turismo che fino al deflagrare della guerra diventa sempre più importante per l’economia del paese:ad oggi ancora il mare ed il turismo risultano, accompagnati dalle bellezze storiche ed artistiche, note caratteristiche di un paese che, nonostante ogni anno veda una consistente affluenza, ha saputo mantenere intatte le caratteristiche tipiche del borgo marinaro.   Il centro storico Il “paese vecchio” è costituito da un insieme di viuzze che si incrociano e che in un primo momento sembrano comporre una sorta di labirinto senza uscita. In realtà, rispetto ad altre località rivierasche, il centro storico di Spotorno si presenta molto meno tortuoso e più esteso. La conformazione del paese, posto in una piana relativamente ampia a ridosso dei rilievi, ha infatti consentito che i “caruggi” (vicoli) fossero sufficientemente ampi ed accoglienti. Lungo le vie si trovano innumerevoli botteghe che si sono introdotte nell’ambiente senza affatto stravolgerlo. Passeggiando si possono notare anche “palazzotti” di fine fattura, loggette che si affacciano sui vicoli impreziosite da colonnine e bifore a testimonianza di una certa ricchezza acquisita in tempi antichi grazie al commercio ed alla navigazione. Il budello è costituito da tre stradine parallele collegate tra loro da frequenti vicoli e sottopassaggi. E’ possibile incontrare opere recenti installate in slarghi e piazzette che offrono motivi di piacevole curiosità come la recente installazione di S. Umberto “a misura d’uomo” nelle vicinanze della chiesa parrocchiale o la ristrutturata arcata con oblò posizionati a terra da cui scorgere visioni aeree della cittadina: un centro storico semplice, curato e degno di una passeggiata alla scoperta del luogo.                     Famiglia e fasi della vita   Davide Delbono   Spotorno: Itinerari tra arte, sport e natura

Giovedì, 15 Febbraio 201820180215

Giovedì, 15 Febbraio 201820180215

Giovedì, 15 Febbraio 201820180215

Chi contattare in Comune:  Biblioteca CivicaIl Comune ti offre una biblioteca con qualche migliaio di libri e un aiuto per quelli che devi acquistare. Hanno diritto a un contributo per i libri di testo erogato a seguito di finanziamento da parte della Regione Liguria gli studenti della scuola media inferiore che frequentano le scuole medie inferiori appartenenti a famiglie il cui indicatore economico equivalente (ISEE) non è superiore a € 15.493,71 (DPCM 106/2001 art. 3). Occorre presentare richiesta debitamente compilata, modello di certificazione ISEE (vai alla scheda linkata a fondo pagina) e scontrino fiscale attestante l'acquisto dei libri. Vedi anche: Dichiarazione ISE-ISEE

Giovedì, 23 Aprile 201520150423

lO SPOTORNESE DELL'ANNO 2013 GIULIANO CERUTTI Nato a Spotorno nel 1925 e gravemente menomato nel fisico per eventi bellici, seppe reagire dedicandosi alla valorizzazione della piccola storia locale, alle tradizioni, per il tramite di innumerevoli pubblicazioni attraverso le quali, con una prosa piana, ma significativamente interprete del sentimento della "gente", rievoca fatti ed eventi del microcosmo rappresentato dal "piccolo mondo antico" di Spotorno. Si può dire che Cerutti abbia saputo vividamente raccontare ogni aspetto della società spotornese nel secolo scorso: dalle avventure di coraggiosi capitani di mare, alle vicende dell'Opera Pia Siccardi, dagli albori del turismo balneare, alla descrizione delle chiese cittadine, dal bombardamento di Tosse, dove morirono tanti concittadini, alle secolari diatribe con i nolesi. E Giuliano non ha ancora tirato i remi in barca: sta infatti lavorando per una storia dello sport a Spotorno e per una rievocazione del Premio di Pittura Bagutta. Ma soprattutto Cerutti è stato e continua più che mai ad essere il punto di riferimento per ogni intrapresa culturale - è stato acclamato Presidente onorario del Circolo socio-culturale "Pontorno" - e per ogni evento che abbia riferimento al passato di famiglie, a reperti storici, alla dietrologia di tanti avvenimenti locali.   "Lo spotornese dell'anno 2014" PIETRO PAOLO ROSSO Nato a Spotorno nel 1941, figlio di Giuseppe Rosso "Beppitu u russu" è emigrato con la famiglia in Cile nel 1947. Laureato in pediatria presso l'Università cilena di Santiago, ottiene successivamente la qualifica di docente presso la stessa Università e quella di professore decano dal 1991. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti da parte di prestigiose istituzioni scientifiche degli Stati Uniti. Dal 2000 è Rettore della Pontificia Università Cattolica del Cile, fondata nel 1888 a Santiago e che è considerato il più prestigioso Ateneo del paese cileno. E' stato insignito, nel 2004 del Premio Speciale Liguri nel Mondo a Palazzo Ducale di Genova ma a Spotorno, il suo paese natale non ha mai ottenuto riconoscimenti. Suo padre, "U Beppitu" nell'anteguerra, fu Presidente della Azienda Autonoma di Soggiorno di Spotorno ed in questa veste Presidente e promotore del "Premio di Pittura Bagutta". Ha sempre parlato il dialetto con i figli e Pietro Paolo Rosso rispetta da sempre le proprie profonde radici. "Lo spotornese dell'anno 2015" NATALINA DE MAESTRI E' nata a Villanova di Albenga il 25 dicembre 1962.Nel 1973 si è diplomata come contabile e stenografa mentre nel 1979 è divenuta infermiera professionale presso l'Ospedale San Paolo di Savona, dove ha operato fino al 1998. Dal 1998 ad oggi è segretaria provinciale della Associazione Nazionale Mutilati Invalidi Civili di Savona nonchè responsabile della Legazione ANMIC di Spotorno. Ella ha sempre dimostrato grandi doti umane e professionali, che, nonostante le prove a cui è stata duramente sottoposta dalla vita, Le hanno permesso di donare alle altre e agli altri il proprio impegno e gran parte del proprio tempo libero e della propria esperienza, garantendo a Spotorno un servizio di assistenza e orientamento che la città non ha mai avuto. Ella, andando spesso aldilà delle proprie forze fisiche e senza far mai pesare su alcuno le proprie gravi difficoltà, ha sempre affrontato con grande sollecitudine tutti coloro che si presentano davanti a Lei con i propri problemi.  

Giovedì, 29 Gennaio 201520150129

[caption id="attachment_5437" align="alignleft" width="399"] Orioli (editore dell'Amante di Lady Chatterley),Frieda e Lawrence a Fiesole[/caption] A Spotorno in una piccola stanza adiacente la biblioteca civica si trova dal maggio 2011 il Museo del Turismo,che racconta,primo in Liguria e uno dei pochi in Italia, la storia della scoperta di Spotorno quale meta di villeggiatura e di cura. La città era già sicuramente famosa per la presenza del poeta Sbarbaro,che qui visse a lungo oltreche' per il soggiorno dello scrittore Lawrence e per aver dato i natali a Giacinto Menotti Serrati ma questa piccola collezione esprime compiutamente la scoperta della città e della sua attuale vocazione socioeconomica. Il materiale negli anni è stato raccolto dal sig.Giuliano Cerutti,che ha voluto fortemente questo museo cedendo tutto al Comune,che ha sostenuto il progetto museale insieme al Lyons Club di Spotorno,Noli,Bergeggi e Vezzi Portio. Oggi si stanno curando le operazioni di valorizzazione di una collezione,che raccoglie alcune importanti guide turistiche (Badeker 1908,vari Annuari Michelin,Die Riviera 1907, ....),cartoline e altro materiale turistico prodotto negli anni, materiale promozionale degli alberghi anche plurilingue(pensione Villa Teresina) a testimonianza di un turismo,che nel primo dopoguerra si stava sempre piu' internazionalizzando,volantini e materiale fotografico di feste e veglioni. In esso si può notare tramite quanto esposto come progressivamente mutino sia il punto di vista del turista (da cosa è attratto,perche' viene,....) che da quello dei residenti (cosa devo fare per rendere accogliente la mia città,...). Attualmente è in corso principalmente l'opera di valorizzazione di una collezione piccola ma significativa. L'IMMAGINE DI SPOTORNO NELLE GUIDE DEL MUSEO DEL TURISMO Presso il Museo del turismo sono conservate nel fondo Giuliano Cerutti alcuni esempi di guide turistiche d'epoca,che ben possono rappresentare i mutamenti intervenuti nell'immagine turistica della città. I tre pezzi di maggiore interesse del museo sotto il profilo delle guide individuano così il territorio: • la Guida Turitstica delle strade di grande comunicazione TCI del 1903 segnala che dopo Bergeggi si trova "il grosso Spotorno";Die riviera von M.Kortfe del 1907 punta ad una lettura della riviera ligure ancora alla ricerca di lati incontaminati ed in qualche esotici o quanto meno alla scoperta di una sorta di innocenza primordiale non ancora corrotta dalla civiltà.Si nota ciò in particolare nelle numerose fotografie pubblicate,che richiamano residenti spesso in pose artistiche con abiti di presunta originalità messi in mostra quasi per attirare un turista alla ricerca di posti incontaminati ; • la guida Badeker del 1908 in lingua francese sull'Italia settentrionale dice che Spotorno dispone di "a une belle plage". L' Annuario Touring del 1912 ,oltre a notizie di interesse generale, identifica un solo monumento nel castello e parla di soli due alberghi: Miramare con stabilimenti balneari e Pace. La Guida d'Italia del 1916 descrive a Spotorno tre alberghi:Miramare,della Pace e d'Italia definiti "modesti". L'Annuario Touring del 1929 parla di "stazione balneare" e "stazione climatica invernale" in cui sono presenti solo alberghi tra cui si segnalano il Palace con le sue cento camere e il Hosplin con 100 posti letto. La Guida Pratica ai luoghi di soggiorno e di cura d'Italia del 1932 descrive così la città nelle notizie generali: "aspetto ridente e gaio con numerosi giardini che contronano ville e villini.Il clima è generalmente mite anche nei mesi invernali....(Vi sono) quattro stabilimenti balneari con trecento cabine provveduti di wc e acqua potabile.Il personale provvede alla sorveglianza." mentre per la stagione si rileva "periodo di maggiore frequentazione primi di giugno-metà settembre .Una buona stagione anche nei mesi invernali con clientela prevalentmente anglosassone". La Guida Touring del 1933 presenta l'elenco degli alberghi con i prezzi indi precisa trattarsi di "stazione balneare ridente e gaia,disposta fra la ferrovia e la carrozzabile,che corre lungo la spiaggia."Nei monumenti viene segnalato l'Oratorio della SS.Annunziata con opere del Piola e del Maragliano. L'Annuario Generale Touring del 1932-1933 elenca gli alberghi con il numero delle camere tra cui emerge il "Grande Albergo Palazzo" (traduzione in probabile omaggio all'ormai trionfante nazionalismo fascista) con 150 camere. Nel dopo guerra comincia ad affermarsi anche una pubblicistica di guide di produzione locale tanto che nel 1947 l'edizione della Guida di Savona e Provincia fa l'elenco delle attività commerciali e poi scrive:"stazione balneare con magnifica spiaggia e ottima attrezzatura alberghiera.Indicato anche per la stagione invernale per la mitezza del clima". Nel 1963 la Guida ACI-Michelin parla di "stazione balneare" ed elenca tra gli altri alberghi:il Palace (aperto dal 15 marzo al 15 ottobre) e il Mediterranee. Nel 1967 la Guida turistica della Provincia di Savona migliora sicuramente la qualità del prodotto poiche' viene introdotta una cartina,;si elencano gli alberghi (sempre il Palace con 120 camere con bagno,parco,garage e night club nonche' spiaggia riservata) e poi si dilunga sui monumenti descrivendo la Parrocchiale, il castello, l'oratorio della SS.Annunziata,il monumento ai caduti e "un portale in una casa di via Mazzini 50 con architrave dell'Annunciazione sec. XVI". La Guida Michelin del 1976 parla ancora una volta di "stazione balneare" con l'elenco completo di alberghi e ristoranti. Infine la Guida Touring Club Liguria del 1982 scrive di "disordinata espansione urbana degli ultimi decenni ,che ha occupato interamente la piana e ha risalito le colline anche con edifici del tutto fuori scala" mentre poi indica i pricipali monumenti nella Parrocchiale ("con qualche opera di pregio"),il castello del sec.XIV,l'oratorio della SS.Annunziata dove vengono rammentati in cenni i significati del periodo del Seicento genovese ed infine Villa Tiscornia,quale esempio di edificio liberty. Spotorno però nel periodo fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo cominciò a sviluppare una propria pubblicistica,di cui la prima datata 1909 è un opuscolo dedicato alle onoranze al Garibaldino Francesco De Maestri mentre nel 1925 Luigi Gravina potrà scrivere la propria Guida Artistica Illustrata della città. Spotorno da questo breve excursus emerge come un paese ("il grosso Spotorno" del 1903),che viene progressivamente scoperto come stazione balneare estiva ma anche come sede di riposanti periodi invernali in particolare dalla clientela del Nord Europa, come indica la guida del 1932.In effetti questo sarà piu' o meno il periodo della presenza a Spotorno ,tra gli altri, di Beckam (1926) e Lawrence e Frida (1925-1926). Merita però un cenno pure l'evoluzione delle guide e conseguentemente dei gusti del pubblico poiche',a parte le informazioni essenziali fornite sia dalle prime scarne guide che da quelle piu' sofisticate e piu' vicine nel tempo ( esistenza telegrafo e telefoni pubblici,numeri di telefono utili,distanza chilometrica dai centri maggiori,) vi è pure una sempre magigore attenzione verso il patrimonio monumentale poiche' se nel 1912 viene fuggevolmente indicato quale monumento il castello forse in omaggio ad una concezione,che non vedeva nella cosiddetta "arte minore" un fenomeno degno di particolare sottolineatura poco per volta la città viene dettagliatamente descritta nei suoi monumenti principali fino a giungere nel 1982 a considerazioni su uno sviluppo urbanistico considerato inadeguato. Tutto ciò attesta progressivamente la nascita di un gusto culturale di massa,che dovrebbe essere particolarmente curato con adeugate segnalazioni ed aperture dei principali monumenti. (Danilo Bruno) Spotorno nelle guide turistiche locali una gazzosa con la la biglia centro studi Sbarbaro inventario centro Sbarbaro Montesquieu a Spotorno Lina Sbarbaro sbarbaro faldone 1 villa cerlina traduzioni di Sbarbaro manifesto villa carlina 1 pinacoteca villa carlina comunicato stampa museo rurismo lettera alberghi CATALOGAZIONE MATERIALE ACCESSORIO MUSEO progetto ecomuseo del paesaggio culturale versione sito MUSEO TURISNO COMUNICATO STAMPA progetto ecomuseo del paesaggio culturale       PER CONSULTARE GLI ORARI DEI MUSEI, CLICCARE QUI apertura al pubblico RELAZIONE ATTIVITA FORMATIVA IN COLLABORAZIONE CON IL COMUNE DI SPOTORNO cartoline museo del turismo

Martedì, 17 Aprile 201220120417

Chiesa Parrocchiale SS. Annunziata La chiesa presenta una navata con cinque cappelle per lato in stile barocco. Probabilmente l’attuale chiesa fu eretta là dove sorgeva un diverso ed antico luogo di culto che si pensa avesse l’entrata verso il lato a monte. Nelle cappelle laterali sono conservate tele cinquecentesche di scuole liguri. Nel 1682 fu eretto l’altare maggiore in stile barocco. L’Oratorio della SS. Annunziata L’oratorio sorge vicino a piazza Aonzo e si presenta semplice e lineare come analoghe costruzioni. Non si ha una data precisa riguardo alla sua costruzione, ma pare possa risalire intorno alla metà del 1600. Da notare all’interno la presenza di interessanti opere quali varie tele testimonianza della cultura ligure del cinquecento e le sculture in legno policromo. Molto interessanti gli ex voto marinari posti lungo le pareti laterali dell’oratorio. Si possono ammirare sia piccoli quadri ad olio, che hanno come tema imprese o difficoltà in navigazione, che modellini di imbarcazioni che testimoniano rotte, viaggi e commerci antichi. Santa Caterina Sulla sommità del parco Monticello sorge l’Oratorio di S. Caterina. Sembra che presso l’oratorio avesse sede la Confraternita dei "battuti" come testimonia la lastra di ardesia sormontante la porta che rappresenta S. Caterina tra due coppie di incappucciati. Molto semplice conserva al suo interno opere di ebanisteria e tele di pregevole fattura.

Martedì, 17 Aprile 201220120417

Camillo Sbarbaro Nato a S.Margherita Ligure nel 1888, Sbarbaro aveva a Spotorno i nonni materni, e qui trascorse una vacanza estiva già nel 1908. Così lo ricorda qualche tempo dopo sua sorella Clelia, mentre lavora a Pianissimo, che uscirà nel 1914: - seduto su un muretto o appollaiato su un ramo d'albero, passa giornate intere a inseguire fantasie, a scrivere.- Ogni volta che il poeta fa ritorno a Spotorno ritrova una situazione di serenità e di adesione alla natura ligure; ne descrive il manifestarsi in piccoli fatti capaci di suscitare grandi suggestioni poetiche, come in questo breve brano: Quest'anno le agavi del litorale han messo il fiore:un'alberella di pannocchie bionde, alloggio alle vespe. Sulla vertebra nuda della strada, sui monti calvi e calcinati luglio si accanisce. Scarnito l'osso, il paese s'apre secca fauce sul mare; che ne elude la sete spruzzandolo di schiume amare. Sbarbaro si stabilisce una prima volta a Spotorno nel 1941, a causa della guerra, quando la sua casa di via Montaldo a Genova - vicino al Cimitero di Staglieno - diverrà troppo esposta al rischio dei bombardamenti. Nel maggio del ‘44 Sbarbaro e i suoi familiari si devono allontanare anche da Spotorno: In previsione di sbarchi alleati, il comando tedesco ci caccia da Spotorno.Trovo nei monti qui sopra, a Borsana, una casa in rovina, abbandonata da anni proprietari emigrati in America. Mi decide a fissarla la pianta di santolina che è in fiore sul ponticello d’accesso. Nell’agosto del ‘44 la casa di Spotorno viene colpita: Ci vengono a dire che stanotte han bombardato la nostra abitazione a Spotorno. Scendendovi nel torrido mezzodì odo per la prima volta le pigne al sole scrosciante. Nel 1951 Camillo Sbarbaro si ritirò in questa casa di via Finale con sua sorella Lina (in famiglia chiamata ‘Clelia’) e la zia Benedetta. Vi morì nel 1967. La maturazione artistica di Sbarbaro si sviluppò in un periodo ricco di importanti correnti letterarie che tramite le loro pubblicazioni, come ad esempio la rivista fiorentina La Voce, esprimevano le nuove istanze dei letterati. Su di essa anche il giovane Sbarbaro trovò ospitalità, come testimonia lo scrittore Ardengo Soffici (Rignano sull’Arno, Firenze, 1879 - Forte dei Marmi, Lucca, 1964): Mi ricordo che al tempo della Voce, Camillo Sbarbaro, il quale era allora quasi un ragazzo e sconosciutissimo, mandò a me personalmente alcuni componimenti in versi perché gliene dicessi il mio parere [...] e le feci stampare nel giornale, al fine d'incoraggiare il giovine scrittore. (da Rete Mediterranea, Vallecchi, Firenze, Marzo 1920). Il periodico La Riviera ligure pubblica numerose liriche di Sbarbaro, e lo scrittore Giovanni Boine (Finalmarina, Savona, 1887 - PortoPadre di Camillo Maurizio, Imperia, 1917) così esalta i suoi componimenti: Leopardi l'ho ricordato perché leggendo lo Sbarbaro, non so che di Canti vien per echi in mente; le cose meno lavorate, le "Ricordanze" per esempio col loro endecasillabo sordo ed il loro sordo dolore. Questa sordità, questa funebre cenere, questo che di muto e di disadorno è passato dal Leopardi nello Sbarbaro [...] Sono colpito in questi frammenti dello Sbarbaro dalla secchezza, dalla immediata personalità dalla scarna semplicità del suo dire: mi par d'essere innanzi ad una di quelle poesie su cui i letterati non sanno né possono dissertare a lungo, ma di cui si ricordano gli uomini nella vita loro per i millenni. (da La Riviera ligure, XX, 4a serie, 34, Oneglia, ott. 1914, ora in Il peccato e altre opere, Guanda, Parma, 1971.) Eugenio Montale (Genova, 1896 - Milano, 1985) conobbe personalmente Sbarbaro e così ce lo presenta: Poi un giorno qualcuno, probabilmente il maledettissimo Pierangelo Baratono, mi presentò un giovane di corta statura, piuttosto rubicondo, [...] e mi disse: questo è Sbarbaro.... Non so se Sbarbaro fosse ancora impiegato all'Ilva. Abitava in via Montaldo, sulla discesa che porta al cimitero di Staglieno, e poteva dirsi un collezionista di funerali. Appresi dopo ch'egli collezionava muschi e licheni. (dal Corriere della Sera del 5 novembre 1967) Montale e Sbarbaro si conobbero a Genova in Galleria Mazzini, un vero "salotto sotto vetro", dove tra Otto e Novecento diversi furono i luoghi di incontro per i letterati: il Caffè Diana frequentato da ‘non-dannunziani’ in cerca d’una ‘nuova poesia’ ; il Caffè Roma, in cui si ritrovavano gli amici di Guido Gozzano (Torino, 1883-1916) e di Mario Maria Martini; la Libreria Editrice Moderna di Giovanni Ricci, che ebbe fra i suoi fra i frequentatori Ceccardo Roccatagliata Ceccardi (Ortonovo, La Spezia, 1871 - Genova, 1919), Antonio Giulio Barrili (Savona,1836-Carcare, Savona, 1908), Edmondo De Amicis (Oneglia, 1846-Bordighera, 1908) ; Paul Bourget (Amiens, 1852 - Paris, 1935). Per comprendere il legame che si creò fra i due poeti, basta ricordare che Montale dedicò a Sbarbaro due poesie in una sezione tutta per lui nelle prime pagine di Ossi di seppia, intitolata appunto Poesie per Camillo Sbarbaro. Leggeremo l’Epigramma di Montale su al Castello, mentre in questa sosta di fronte alla casa di Spotorno, più decisamente biografica, vi offriamo un sorso di Caffè a Rapallo, dove tutto l’affetto di Montale per Sbarbaro si manifesta, insieme alla loro consonanza spirituale. Caffè a Rapallo I Natale nel tepidario lustrante, truccato dai fumi che svolgono tazze, velato tremore di lumi oltre i chiusi cristalli, profili di femmine nel grigio, tra lampi di gemme e screzi di sete... Son giunte a queste native tue piagge, le nuove Sirene!; e qui manchi Camillo, amico, tu storico di cupidigie e di brividi. S’ode grande frastuono nella via. E’ passata di fuori l’indicibile musica delle trombe di lama e dei piattini arguti dei fanciulli: è passata la musica innocente. [...] L’orda passò col rumore d’una zampante greggia che il tuono recente impaura. L’accolse la pastura che per noi più non verdeggia. La scena si svolge a Rapallo, vicino dunque a S.Margherita, dove Sbarbaro nacque. E’ festa intorno, e si rivela in tutta la sua vuota crudeltà la mancanza di un amico, in un momento in cui un mondo grottesco e ineluttabilmente estraneo minaccia l’orecchio e l’animo: a Montale manca Sbarbaro, un complice con cui condividere la sua estraneità e il suo amore per il silenzio.

Martedì, 17 Aprile 201220120417

Le meridiane di Spotorno, o orologi solari, sono cinque. La prima, quella in alto sulla facciata della Chiesa Parrocchiale di Spotorno, è un grande orologio solare, come scrive l'architetto Pittaluga di Genova Pegli. Campeggia in pieno sole e rappresenta il trascorrere delle ore secondo l'antico “uso italico”. Non rare sono le meridiane così rappresentate, anche se frequenti (e di più facile lettura) sono invece quelle i tipo “francese”, aventi la linea di mezzogiorno posta sulla verticale passante per lo stilo e con le ore mattutine e pomeridiane rispettivamente alla sinistra e alla destra dello stesso. Secondo “l'uso italico”, invece, l'inizio della giornata coincide con il tramonto per cui si ha una traslazione di sei ore in avanti rispetto l'ora civile. Così la mezzanotte coincide con le ore 6, l'alba con le 12, mezzogiorno con le 18 e il tramonto con le ore 24. Ciò al fine di valutare, attraverso la lettura della meridiana, quante ore di luce rimangono a disposizione: informazione importante soprattutto in funzione dei lavori agricoli che una volta regolavano la scansione delle giornate. La seconda meridiana la possiamo osservare in via Aurelia, numero civico 53, nella villa di Domenico Abrate, con relativo gnomone, senza scritte e senza ore. La terza meridiana è posta sulla parete a sud-ovest della casa di via Mazzini, (verso mare) dopo la Cappelletta. La quarta meridiana è collocata in piazza Galileo sopra la bottiglieria. La quinta ed ultima meridiana la troviamo sulla parete dell'Opera Pia Siccardi di Spotorno (sopra il rio Canin). L'affresco è pressoché illeggibile, mentre il Mercurio alato che regge il gnomone vale la pena di conservarlo. Tra le meridiane abbiamo trovato, leggendo la prefazione del romanzo di A.G. Barrili, “Tra cielo e terra”, la cui dedica è indirizzata al prof. Francesco Berlingieri, quella scomparsa in località Maremma, nella casa oggi Hotel Pippo. I due illustri personaggi, che passeggiavano chiacchierando, notano una meridiana e commentano “…l'orologio solare era sul terrazzo di una verdognola…nel bel mezzo di un orto”, con la scritta “ultima necat”, che tradotto suona così: “E' l'ultima ora che uccide”. Giuliano Cerruti FOTOGRAFIE DELLE MERIDIANE DI SPOTORNO [gallery link="file"]        

Martedì, 17 Aprile 201220120417

Arrampicato sulle montagne, il castello proteggeva il borgo dalle invasioni e dalle guerre. Fu attaccato e parzialmente abbattuto come, ad esempio, nel corso della guerra nel 1226 tra impero e Repubblica di Genova dai nolesi che alleati a Genova invasero e saccheggiarono il borgo. Oggi del castello non restano che le rovine dalle quali è possibile ammirare il panorama da un punto di osservazione ottimale. A fini difensivi in epoca successiva furono erette le torrette di avvistamento di cui ancora oggi possiamo osservare le rovine sulle alture intorno a Spotorno. Costruite verso la fine del cinquecento servivano per avvistare per tempo le galere turche e consentire a chi non poteva combattere di rifugiarsi presso il castello.

Martedì, 17 Aprile 201220120417

Poco fuori dell'abitato (lato levante) esistevano le fornaci delle calcine, testimonianza di un'attività a cui gli spotornesi si dedicarono fin dal XV secolo e che, raggiunto il suo massimo sviluppo fra Ottocento e Novecento, fu progressivamente abbandonata dopo le seconda guerra mondiale. Negli ultimi decenni del secolo XIX a Spotorno erano attive otto fornaci che producevano 50.000 quintali di calce all’anno ed occupavano circa ottanta persone. L’intero ciclo di produzione durava, tra il caricare le pietre e accendere la fornace e farla ardere giorno e notte circa venti giorni. Nell'immagine qui sopra l'ultima fornace di Spotorno, abbattuta nel 2003 per la successiva edificazione di alloggi di civile abitazione e box interrati.
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